Zafferano (Crocus Sativus L.)
Zafferano
Ricchezza, passione carnale ed estasi religiosa
Lo zafferano è originario dell’ Asia Minore, probabilmente del Kurdistan, ma fu il popolo espansionista arabo a diffonderlo nel mondo, dalla Spagna, dove viene utilizzato nella paella, all’Indonesia, dove è basilare nel curry.
L’uso dello zafferano era molto diffuso tra i popoli antichi. Si ritrova nei papiri egiziani, viene citato nel Cantico dei Cantici, nell’Iliade, nell’Arte di amare di Ovidio. Considerata una spezia molto potente, quasi magica per via delle sue virtù e del suo incredibile colore Lo zafferano era associato al campo spirituale e religioso da un lato, a quello sensoriale e passionale dall’altro. Il suo nome originario za’faran (in persiano: chioma degli angeli) – ne indica il colore giallo ma evoca anche la luce, l’oro, quindi l’illuminazione, la saggezza, ma naturalmente anche la ricchezza.
In India, Tibet e Cina, lo zafferano è stato utilizzato per tingere le vesti dei monaci indù e buddisti. Lo zafferano serviva per colorare gli abiti dei re Assiri, le calzature dei re di Babilonia, ma anche le bende con cui si avvolgevano le mummie egiziane.
Per le sue proprietà afrodisiache, ampiamente conosciute in Persia, le spose dell’antica Roma portavano dei veli tinti con lo zafferano e questa tradizione giunse fino al Medioevo: le nobili dame sotto gli abiti nuziali indossavano infatti una tunica di seta anch’essa tinta con lo zafferano.
Anche nella mitologia greca veniva associato all’amore ardente: lo zafferano sarebbe il frutto della passione tra un giovane bellissimo di nome Krocos e una ninfa di nome Smilace. La ninfa, purtroppo, era la favorita del dio Ermes, consigliere degli innamorati che, per invidia, trasformò il giovane Croco in un bulbo dal bellissimo fiore.